Feste e tradizioni

Le origini del Capodanno

Le origini del Capodanno si perdono nella notte dei tempi, tra fuochi, tonfi, schianti e tanto mistero.

Le prime civiltà urbane festeggiavano Capodanno

Nell’Antica Babilonia, già si festeggiava il Capodanno, pensate un po’! La festa del nuovo anno si chiamava Zagmuk e non era certo una ricorrenza da poco: Marduk, il dio che aveva nelle mani il destino dei Babilonesi, nel vero senso della parola, aveva proprio le tavolette, decideva la sorte della città per l’anno venturo.

Nell’Antico Egitto, si festeggiava nel mese di Thot, primo mese del calendario, che per gli Egizi era diviso secondo tre stagioni: Akhet, Peret e Shemu. Per altro, le stagioni seguivano le piene del Nilo, dall’inondazione al ritirarsi delle sue acque. La festa del Capodanno si chiamava weprenpet ed era caratterizzata da riti funerari. Venivano accesi nuovi fuochi nei templi, nelle cappelle funerarie e davanti alle porte delle case. In questo modo, i morti sarebbero potuti entrare liberamente.

Capodanno a Roma

Nell’Antica Roma, il Capodanno si festeggiava il primo marzo. Come mai? Romolo, fondatore di Roma, dal 753 a.C. aveva stabilito che il primo mese dell’anno fosse Martius. I primi mesi del calendario erano dedicati ad alcune divinità, tra cui proprio Marte, il dio della guerra. Il calendario, basato su un sistema decimale, era abbastanza problematico, dato che era di 304 giorni. Numa Pompilio lo ha poi aggiornato aggiungendo i mesi di gennaio e febbraio. Invece, è grazie a Giulio Cesare che abbiamo un calendario di 365 giorni (anche se, ogni quattro anni, c’era un anno di 366 giorni). Cesare ha anche abolito il mese mercedonio, un mese intercalare che serviva a far quadrare i terribili conti.

Cosa succedeva il primo marzo? Si rinnovava il fuoco di Vesta e alla Regia, una delle più antiche costruzioni del Foro Romano, si appendevano fronde di lauro, così come sulle case dei flàmini. Il 14 marzo, inoltre, si espelleva dalla città Mamurio Veturio, un vecchio rivestito di pelli che rappresentava Marte, quindi l’anno vecchio.

Dal 191 a.C., con la Lex Acilia de intercalatione, il pontefice massimo ha spostato l’inizio dell’anno al primo gennaio. Gennaio è il mese dedicato a Giano bifronte, il dio che guarda indietro, ma anche avanti, proprio come l’anno nuovo. Tuttavia, in realtà, la divinità celebrata era Saturno.

Durante i Saturnalia, a Roma se ne combinavano di tutti i colori: in pratica si giocava allo scambio dei ruoli. I padroni cucinavano per gli schiavi e le donne si travestivano da uomini. Perché? Beh, perché una volta all’anno è lecito impazzire. Botti, feste, fiaccolate e lanci di oggetti dalle finestre. Ma vi ricorda per caso qualcosa? Infatti, la tradizione dei botti risale, pensate un po’, all’Antica Roma: si pensava che questi schianti spaventassero gli spiriti maligni. Si ballava e si saltava. Avete presente il pogo dei concerti? Bene, dovevano saltare e ballare proprio come facevano i sacerdoti Salii.

Comunque sia, Saturnalia a parte, a Giano dobbiamo una bella tradizione: la mangiata di lenticchie. Il primo giorno dell’anno il pontefice offriva a Giano del farro con sale e una focaccia speciale. Di fatto, questa tradizione doveva portare fortuna, soprattutto per il raccolto dell’anno appena iniziato.

Non solo, il primo giorno dell’anno si doveva mangiare qualcosa di dolce, perché chi ben comincia… I Romani mangiavano del miele, insieme ai datteri – che infatti ancora ci mangiamo a Capodanno – e ai fichi secchi. Pensate ai biscottini della fortuna? Ebbene, i Romani usavano le foglie d’alloro della dea Strenua per augurare felicità e fortuna. Beh, ancora oggi, alle lauree, si regalano le foglie dell’alloro proprio per questo motivo.  E nel Meridione, ancora si regalano i fichi secchi avvolti nell’alloro. Durante l’età imperiale, proprio a Roma, si era consolidata la tradizione delle strenne: dei regali in occasione dell’inizio dell’anno. Non più frutta secca, ma monete per l’imperatore.

Capodanno cristiano

Per quanto riguarda le origini del Capodanno, non possiamo proprio parlare di un Capodanno cristiano. Di fatto, il Cristianesimo non ha concordato il calendario religioso con quello civile. Capodanno coincide con la circoncisione di Gesù. È stato Gregorio XIII ad aver introdotto il nostro calendario, quello gregoriano, nel 1582. Anche se, comunque, il 31 dicembre viene ricordato con un Te Deum per ringraziare. Il primo gennaio, invece, si chiede allo Spirito Santo di illuminare i fedeli per l’anno nuovo.

Ora che abbiamo scoperto le origini del Capodanno, è giunto anche per noi il momento di lasciarci quest’anno alle spalle e di augurarci buon anno nuovo!

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