Nel nostro viaggio alla scoperta della Letteratura italiana, vita e opere di Giovanni Verga occupano un posto d’onore.
Giovanni Verga nasce a Catania nel 1840 da una famiglia di proprietari terriereidi idee liberali e antiborboniche. Nel 1865, oppresso dalla vita angusta di provincia, decide di trasferirsi per un periodo a Firenze. In questo periodo pubblica il suo primo testo di successo Storia di una capinera, che compare a puntate sulla rivista di moda “La Ricamatrice” nel 1870. Successivamente, si stabilisce a Milano dove viene influenzato da poeti e scrittori della Scapigliatura, in particolare da Emilio Praga e Arrigo Boito. Gli scapigliati riprendono i bohémiens francesi, artisti dalle vite eccessive che si collocano ai margini della società. Infatti, gli scapigliati sono polemici nei confronti della società borghese e della sua concezione materialistica dell’esistenza. In questo periodo, che copre gli anni dal 1873 al 1875, si collocano i tre romanzi erotico- sentimentali dell’autore:
- Eva, è il più riuscito tra i romanzi di questa categoria. Il protagonista è Enrico Lanti, pittore siciliano trapiantato a Firenze, il tipico “inetto”, ovvero un tipo umano che per sua particolare intelligenza e sensibilità non riesce a vivere la sua vita nei suoi aspetti quotidiani. Tuttavia, Lanti si trova in bilico tra il mondo di origine, ancorato alle tradizioni, e quello dove ha scelto di vivere, in cui però non riesce ad adattarsi. È logorato dall’amore per una ballerina, verso la quale proietta il suo ideale di bellezza assoluta;
- Tigre Reale, narra la passione erotica di una contessa russa per un giovane siciliano e la malattia e morte di lei;
- Eros, racconta del graduale disfacimento, fino al suicidio, di un giovane marchese che sperpera le sue potenzialità intellettuali in ripetitive conquiste erotiche.
Tra il 1877 e il 1878 si colloca la svolta che apre alla fase verista della produzione verghiana . Il primo racconto verista di Verga è considerato Rosso Malpelo, scritto nel 1878, poi inserito nella raccolta Vita dei campi, pubblicata nel 1880. A I Malavoglia, nel 1881, seguono le Novelle rusticane, il romanzo Il marito di Elena (1882) e i racconti Per le vie (1883). Nel gennaio del 1884 il dramma Cavalleria rusticana viene portato in scena dalla compagnia di Cesare Rossi. Non per niente ottiene un grande successo, dato che vanta interpreti d’eccezione come Eleonora Duse.
Nel 1893 Verga lascia Milano per tornare a Catania, perché è deluso dall’insuccesso di quelle che lui reputava le sue opere migliori. Negli ultimi anni della sua vita, vive in maniera appartata e risentita, che ha come risultato l’incupimento del suo carattere. Inoltre, nel 1889, pubblica Mastro-don Gesualdo, il secondo romanzo del Ciclo dei vinti.
Il riconoscimento avviene nel 1920, durante la celebrazione dei suoi ottant’anni: vi partecipano Benedetto Croce e Luigi Pirandello, che esalta I Malavoglia come esempio di romanzo moderno. Nell’ottobre dello stesso anno Verga è nominato senatore a vita e nel gennaio del 1922 muore a Catania.
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