In questi giorni, Venezia è vittima dell’acqua alta: non una qualsiasi, ma una vera e propria marea eccezionale che non si presentava dall’acqua granda del 1966, quando era stata toccata la soglia dei 194 cm.
Lo stato è di emergenza: due sono i morti a Pellestrina, i danni alla città non si contano, e la paura si respira nell’aria. Il terrore per i residenti, per i visitatori, per gli studenti, ma anche per la città che sembra affogare tra macerie, detriti e relitti.
Il patrimonio storico-artistico di Venezia, città d’arte e di cultura, in queste ore è a rischio. Nell’area marciana, le chiese sono sommerse; l’acqua è arrivata addirittura fino alla cripta dei patriarchi, nella Basilica di San Marco. Allagato Palazzo Ducale, e parte del suo archivio. Anche il Teatro La Fenice non è stato risparmiato da questa marea, costringendolo ad interrompere la programmazione.
In queste ore di panico e terrore, i padroni dei libri, che in passato erano stati proprio i veneziani, stanno perdendo parte dei loro tesori. La Fondazione Querini Stampalia ha visto allagarsi il piano terra, perdendo parte del suo patrimonio librario; i danni si aggirano intorno a decine di migliaia di euro. Gli studenti del Liceo Marco Foscarini, come volontari, stanno aiutando a piccoli gruppi la Fondazione, colpita significativamente.
La sorte delle librerie non è migliore: la libreria ad avere avuto più danni è la famosa Libreria Acqua Alta, che ha perso centinaia di libri; nonostante le barche, le gondole e i ripiani alti, la violenza dell’acqua non li ha risparmiati, ma ha distrutto parte della famosa libreria. Come hanno raccontato:
Noi ci chiamiamo Acqua Alta, l’acqua alta ce l’aspettiamo, ma così alta no. C’è acqua dappertutto. Non eravamo pronti per una mareggiata simile. L’acqua si è alzata di 50 cm in più del previsto. Ieri mi entrava persino negli stivali da pescatore. Camminavo in punta di piedi per tentare di mettere in salvo i libri.
Lo stesso si può dire per la Libreria Cafoscarina, che ha visto naufragare tanti dei suoi volumi. Pochi si sono salvati, mentre alcuni tra i libri danneggiati sono stati messi all’asta proprio sotto richiesta dei frequentatori più solidali della libreria.
La Libreria ha ascoltato i consigli degli affezionati, che si sono addirittura muniti di phon per asciugare i libri salvabili.
La Libreria Toletta e la Libreria Marco Polo hanno subito meno danni, ma sembrano essere sopravvissute al disastro.
La Toletta è sopravvissuta al ’66 e, con l’aiuto di tutti, sopravviverà a questo disastro. Siateci vicini col cuore, aficionados. Siate vicini alla nostra oltraggiata Venezia…
Nella tragedia che ha messo in ginocchio Venezia, abbiamo avuto fortuna. Le due librerie stanno bene, abbiamo avuto pochi danni […] Abbiamo avuto fortuna, la maggior parte di quelli a piano terra, abitanti e commercianti, no.
La Libreria Marco Polo ha riconosciuto, nella sventura, di avere avuto fortuna, ma il destino delle altre librerie è stato ben diverso. Sono andati perduti migliaia di libri e Venezia, la padrona dei libri, ha dovuto nuovamente accusare il colpo.
Come è triste Venezia, ripeteva Charles Aznavour, senza sapere che la sua tristezza fosse tutta colpa degli uomini.